sabato 8 febbraio 2014

Arrestato nuovamente don Nunzio Scarano, la procura di Salerno “incastra” monsignor 500 euro

Arrestato don Nunzio Scarano e stavolta sono i magistrati di Salerno a incastrare “monsignor 500 euro”.
L’ex funzionario dell’Apsa, che ha trascorso quattro mesi a Regina Coeli per corruzione, prima di essere trasferito in ospedale e poi avere i domiciliari, adesso resta impigliato nell’inchiesta sul riciclaggio condotta dal pm di Salerno, Elena Guarino. L’alto prelato è accusato di aver prelevato 560 mila euro in contanti dal suo conto Ior per estinguere un mutuo.
La somma sarebbe stata divisa in pacchetti da diecimila euro consegnati a 51 persone che li avrebbero cambiati in banca con assegni circolari e poi depositati sul conto di Scarano sotto forma di donazioni. Le operazioni sarebbero state eseguite tutte dall’ex commercialista del sacerdote, Tiziana Cascone, che ha spiegato ai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Salerno come funzionava il sistema Scarano.
L’inchiesta salernitana è nata dalla denuncia di un furto nella casa-museo dell’alto prelato vicino al Duomo di Salerno. Scarano denunciò il furto di sei quadri di De Chirico, uno Chagall, un Labella e un crocifisso del Bernini, ma tutto apparve subito anomalo. Non c’erano segni di effrazione sulla porta di ingresso, ai balconi o alle finestre e il valore dei quadri (tra i sei e i sette milioni di euro) insospettì maggiormente gli inquirenti. Come poteva un sacerdote che guadagnava 3.000 euro al mese possedere una fortuna del genere?
Arrestato a Roma, per aver tentato di far rientrare in Italia venti milioni di euro appartenenti agli armatori napoletani D’Amico (che ne disconoscono la paternità), disse al gip Barbara Callari che i quadri erano regali di principesse e nobildonne che il sacerdote era solito frequentare. La sua versione non ha mai convinto gli inquirenti. A maggior ragione quelli di Salerno che, adesso, costringono di nuovo Scarano a dover fare i conti con la giustizia.

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